Parliamo di Neuromarketing. L’elettroencefalografia (EEG).

    • Di Sara Negro

L’elettroencefalogramma viene principalmente utilizzato in ambito medico, in bambini e adulti, per la diagnosi ed il monitoraggio di molteplici patologie che interessano, direttamente o indirettamente, il sistema nervoso centrale. Esistono anche strumenti per l’utente comune, portatili, che offrono la possibilità di connettersi ad una semplice applicazione del telefono, in modo da avere sempre a portata di mano i dati riguardanti le proprie emozioni e stati d’animo.

Proprio queste potenzialità dell’elettroencefalografia sono sfruttate oggi nel neuromarketing per creare strategie vincenti per le aziende e i brand.

In termini tecnici, l’EEG fornisce una registrazione dell’attività elettrica cerebrale spontanea (pattern di onde cerebrali ritmiche), mediante elettrodi posti sulla superficie cranica. Tale attività, generata nella corteccia cerebrale, riflette il flusso di correnti elettriche negli spazi extracellulari e rappresenta la sommatoria di potenziali sinaptici eccitatori e inibitori.

I cambiamenti nell’attività elettrica del cervello possono essere così interpretati per determinare se un soggetto sottoposto a test sia coinvolto dal messaggio pubblicitario, esprimendo una risposta emotiva/empatica o semplicemente non prestando attenzione.

Ad oggi l’uso dell’EEG rappresenta una tecnica fondamentale del neuromarketing, particolarmente apprezzata per la facile esecuzione e per la poca invasività, anche se a riguardo, esistono opinioni contrastanti (link ad opinione). La domanda che poniamo ai nostri lettori riguarda proprio il livello di invasività della tecnica: avere una cuffia di elettrodi sul capo che registri le nostre emozioni e che in qualche modo orienti i produttori di contenuti che assorbiamo quotidianamente può essere considerata, dal punto di vista etico, come una tecnica non invasiva? Dite la vostra.