Greenwashing: quando la comunicazione inganna non soltanto noi, ma anche il pianeta.

Di Cristian Colubriale

Il termine greenwashing viene comunemente tradotto in italiano come ambientalismo di facciata e indica la strategia di comunicazione di un’impresa, associazione o istituzione politica finalizzata a costruire un’immagine ingannevole di sé dal punto di vista dell’impatto ambientale.

Lo scopo di questa pratica è di nascondere o distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente causati dalle proprie attività /prodotti. La crescita dell’attenzione dei consumatori ai temi della tutela ambientale sulle decisioni di acquisto, nonché l’accresciuta sensibilità alle scelte di sviluppo sostenibile, hanno reso il greenwashing una strategia largamente diffusa, tanto nel settore economico quanto in quello politico.

Quali sono gli effetti di questa pratica e perché essa è dannosa per l’ambiente?

Il greenwashing -anche in quanto nuova frontiera del marketing e del management aziendale- assume caratteristiche diverse e forme diverse. La tendenza a presentare un’immagine aziendale schierata a favore delle questioni ambientali al solo scopo di distrarre da eventuali difetti del prodotto o addirittura diffondere informazioni e dati ambientali ingannevoli, è di notevole importanza e le conseguenze di queste pratiche si ripercuotono sui consumatori e sul benessere del pianeta in generale.

Inoltre, le imprese che concentrano i propri sforzi e le proprie risorse economiche in campagne comunicative ingannevoli, oltre ad incorrere in sanzioni e multe, investono le restanti ma insufficienti risorse in ricerca e sviluppo di progetti di economia circolare, digitalizzazione e sostenibilità, trascurando ciò che davvero condurrebbe ad effetti positivi, tanto per sé quanto per l’ambiente che millantano di voler tutelare.

Infine, tali pratiche ingannevoli riescono spesso ad attecchire e a convincere i consumatori meno attenti o informati che, ignari della realtà dei fatti, si ritrovano a finanziare organizzazioni che danneggiano gravemente l’ambiente, nonostante l’impressione di un contributo in senso contrario.

Per sovvertire questa pericolosa tendenza è di fondamentale importanza che la giurisprudenza in merito includa il greenwashing – e tutte le forme di comunicazione, marketing e management ingannevoli – tra le attività illegali, condannando e sanzionando qualsiasi strategia aziendale che abbia un impatto negativo sull’ambiente.

Un vero e proprio punto di partenza per irrobustire le responsabilità economiche e legali in capo alle organizzazioni, in attesa che quelle stesse responsabilità si trasformino in prassi e comportamenti quotidiani.