06 Feb Clubhouse: dalle foto alle tracce audio
A cura di Sofia Davalle
I social più popolari, come Instagram o Facebook, ci hanno “insegnato” a pubblicare foto e post al fine di condividere le nostre esperienze con un ampio pubblico, mettendo “in vetrina” la nostra quotidianità.
E’ quindi difficile immaginare un social che operi con una logica diversa da quella classica e che non preveda, in particolare, la pubblicazione di foto.
Eppure, Paul Davison e Rohan Seth, rispettivamente ex dipendenti di Pinterest e di Google, hanno sviluppato un social decisamente alternativo a quelli che conosciamo: Clubhouse.
L’applicazione, disponibile unicamente sui dispositivi della Apple, è stata lanciata ad aprile 2020 e la sua particolarità è che si basa unicamente su stanze sonore, al fine di preservare la privacy degli utenti.
Il social è strutturato in diverse “stanze”, consigliate all’utente dall’algoritmo di Clubhouse in base ai propri interessi. Una volta entrato all’interno di esse, è possibile discutere e confrontarsi con altre persone su specifici argomenti, unicamente tramite tracce sonore.
Internamente alla stanza, l’utente può decidere se limitarsi all’ascolto o intervenire, cliccando l’icona per “alzare la mano”. Importante, per la sicurezza dell’ambiente, la presenza costante di moderatori che hanno il compito di verificare/eliminare messaggi (ed eventualmente anche account) che violano le regole di Clubhouse.
Attualmente, la nuova applicazione è in beta, vale a dire che l’app è rilasciata agli utenti nonostante sia incompleta e non ancora pronta per la distribuzione definitiva.
Proprio per questo motivo, l’unico modo per iscriversi è tramite un invito di un amico già iscritto al social al quale si può chiedere di sbloccare l’accesso.
I fondatori di Clubhouse non hanno specificato quando l’app uscirà dalla versione beta, in quanto l’intenzione sarebbe quella di far crescere la propria community lentamente, in modo da applicare un controllo costante e sicuro sulla piattaforma ed evitare possibili sovraccarichi dei server causati dall’elevato numero di iscritti.
Nonostante la piattaforma abbia meno di un anno, ha già ottenuto un finanziamento di circa 100 milioni di dollari dalla società statunitense di Venture Capital Andressen Horowitz per una valutazione complessiva di oltre 1 miliardo, a dimostrazione del potenziale comunicativo di Clubhouse.
L’applicazione, oltre che avere un ruolo fondamentale nel ridefinire la logica di dialogo nei social media, potrebbe portare a nuove potenzialità di utilizzo comunicativo.
Infatti, mentre i social media tradizionali sono s utilizzati con un fine legittimo, quanto esclusivo, di ottenere mera visibilità, Clubhouse suggerisce e sembra puntare su di un ingaggio differente: un confronto lento, faticoso e costante su determinate tematiche per ampliare il proprio bagaglio culturale.
Fonti:
Tg com 24, Breaking social