04 Feb Designer in gioco: un gioco per scoprire il proprio sé professionale
A cura di Elena Carmazzi
Un fenomeno sociale correlato e parallelo alla disoccupazione è quello che vede giovani e non ritrovarsi a lavorare in un settore diverso da quella per cui si sono formate. Questo può portare a provare insoddisfazione per le mansioni assegnate e, più in generale, a sentire di non esprimere le proprie potenzialità, desideri e il proprio sé più profondo. Ogni caso è chiaramente unico, ma spesso trovare la propria strada è semplicemente molto difficile.
Da quasi un anno esiste una risorsa web, oggi anche gioco in scatola, unica in Italia: Designer in gioco. Un gioco di carte (che recano diversi mestieri con relative descrizioni) che attraverso i mestieri aiuta a riflettere sulle proprie potenzialità, aspirazioni e desideri professionali; basato su alcuni principi del design thinking e realizzato da quattro professioniste della comunicazione e della scrittura: Marzia Bianchi, Roberta Buzzacchino, Luisa Carrada e Maria Cristina Lavazza. «In tutti i mestieri c’è il design. Nel design ci sono tutti i mestieri. Un serissimo divertissement alla ricerca del tuo sé professionale» – così recita il claim.
Partite dalle loro esperienze personali e dai modi di affrontare i problemi, le autrici hanno allargato l’orizzonte a tutti quei mestieri che affrontavano sfide simili ma in maniera diversa. I mestieri sono diventati un racconto visivo, moderno nell’interpretazione. In 30 carte-mestiere hanno raccontato il parallelo con il design e hanno affiancato una serie di domande-sfida che alimentano la creatività e permettono di guardare dentro il proprio sé professionale. Le carte sono correlazioni, ognuna collegata alle altre attraverso attributi del mestiere e fasi del design thinking (questo mestiere esplora o elabora?). L’obiettivo finale del gioco è farci riflettere sulle nostre possibili attitudini e permetterci di liberare il nostro potenziale creativo non in maniera anarchica- come spesso succede- ma in maniera organizzata e funzionale. Per non permettere ai sogni di cedere alla realtà. Per consentire a quei sogni di diventare realtà.