La Plastic Tax

a cura di Michelle Guzzo

Secondo uno studio dell’Università della California, entro il 2050 la produzione di plastica aumenterà del 40%, causando danni irreparabili all’ambiente. L’inquinamento da plastica è oggi uno dei temi più preoccupanti a livello mondiale, frequentemente al centro di discussioni e provvedimenti politici che mirano a disincentivarne l’utilizzo in tutte le sue forme, per cercare di contenere gli effetti negativi della grave contaminazione che affligge in maniera preoccupante il nostro pianeta.

Una delle misure assunte per scoraggiare l’utilizzo di materiale plastico nei Paesi Europei è la Plastic Tax, un’imposta comunitaria entrata in vigore l’1 Gennaio 2021 che prevede il pagamento di una tassa pari a 80 centesimi per chilo di plastica non riciclata: tale imposta verrà quindi pagata da tutti gli Stati membri, sotto forma di un contributo nazionale.

Oltre a questa disposizione, che dovrà essere seguita dai paesi europei, i singoli Stati stanno provvedendo ad integrare la propria legislazione nazionale sul tema. Dal 1° Luglio 2021, ad esempio, in Italia verrà applicato un provvedimento di tassazione ancora più restrittivo, che ricadrà su chiunque produca, acquisti o importi prodotti in plastica, tetrapack e manufatti plastici monouso (detti Macsi). Provvedimenti di questo tipo avranno valenze anche fuori dai confini nazionali e dal territorio europeo, coinvolgendo paesi come Thailandia, Cambogia, Vietnam e Malesia, per i quali l’importazione di plastica da smaltire rappresenta un vero e proprio business.

Nonostante i potenziali benefici, la Plastic Tax sembra non convincere totalmente le associazioni comunitarie rappresentanti dell’industria del packaging, le quali ora chiedono che gli introiti della tassa vengano reinvestiti a favore della circolarità, oltre che per creare e mantenere le infrastrutture necessarie ai processi di riciclo.

Anche la decisione di lasciare la scelta dei metodi di applicazione della tassa nelle mani degli Stati membri genera titubanza, poiché non è da escludere che una tale libertà possa generare squilibri operativi e legislativi.

Malgrado le esitazioni, la Plastic Tax rappresenta un primo passo, una risposta logica alle preoccupanti conseguenze dell’uso massiccio di plastica, le quali non lasciano spazio a dubbi e incertezze, mostrando quanto sia necessario intervenire con tempestività con provvedimenti strutturati e in grado di mitigare, ora, un impatto che per molti appare già definitivo.