#BIBLIOTIPS 29: Ne uccide più la lingua che il Covid – La guerra delle parole.

a cura di Giulia Armuzzi

“Ne uccide più la lingua che il Covid. La guerra delle parole” di Romina Gobbo, produzione autoprodotta disponibile su Amazon, 2020.

Viviamo una pandemia globale. “Siamo in guerra”, come ha annunciato lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma è il giusto modo di parlare con i cittadini?

Il virus viene personificato in un nemico da sconfiggere, un killer silenzioso e letale. Un riferimento costante alla guerra accompagna gli scritti sulle testate nazionali. Perché vi è la tendenza ad usare sempre più termini presi in prestito dal linguaggio militare/bellico? Si vuole far diffondere il panico o siamo di fronte ad un impoverimento lessicale?

Un volume che parla dell’infodemia generata dal covid-19. L’autrice osserva quello che è stato scritto sui giornali e detto ai telegiornali, per creare un’analisi della comunicazione giornalistica e istituzionale dei primi due mesi di pandemia. Ma il modo di comunicare utilizzato, ci ha permesso di avere una visione realistica del problema? È stato utilizzato correttamente il linguaggio oppure per attirare l’attenzione dei lettori sempre più distratti si è caduti nell’estremizzazione?

Uno dei capitoli del volume si occupa di stigmatizzazione: la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità infatti è dovuta intervenire affinché venisse utilizzata una terminologia più appropriata e meno discriminatoria nei confronti dei cinesi che,  in quanto untori, sono stati emarginati e spesso brutalmente attaccati.

L’autrice vuole fornire ai suoi lettori una chiave di lettura per comprendere questi fenomeni e allo stesso migliorare gli strumenti giornalistici. L’intento è quello di far comprendere le conseguenze prodotte dal linguaggio utilizzato ma anche quello di presentare un’ipotesi per il futuro della professione giornalistica.

Una richiesta intrinseca, un’esortazione a non fermarsi davanti ai titoli eclatanti, esagerati e spaventosi, ma di andare oltre utilizzando il senso critico, elemento indispensabile per interpretare il mondo che ci circonda e per riuscire a viverlo.

Romina Gobbo è giornalista professionista, collabora con Avvenire, Famiglia Cristiana, Jesus, Credere e Articolo21.org. Fa parte del Comitato organizzativo del Master di studi sull’Islam d’Europa dell’Università degli Studi di Padova.

 

Per approfondimenti: Guida OMS contro lo stigma sociale