La politica ai tempi dei social: Twitter dice stop alle inserzioni

di Sara Degl’Innocenti

Pubblicità e politica, quale relazione tra loro ai tempi dei social network?

Una risposta arriva indirettamente da Twitter, il social più utilizzato per la comunicazione politica.

Jack Dorsey – co-fondatore e amministratore delegato – ha da poco annunciato tramite una serie di tweet, un cambiamento decisivo, nelle linee comunicative e strategiche, riguardante proprio le inserzioni pubblicitarie a sfondo politico.

Dal prossimo 22 Novembre, infatti, Twitter non accetterà, a livello globale, qualsiasi investimento di denaro per post aventi come focus temi connessi alla politica.

Secondo Dorsey, un messaggio politico dovrebbe avere la possibilità di diffondersi e raggiungere il pubblico di Internet tramite condivisioni genuine e sinceramente interessate e non, come accade oggi, grazie a imponenti investimenti finanziari.

Il caso Twitter è interessante in quanto porta tutti noi a riflettere circa i contenuti politici online. Nell’odierno panorama comunicativo, la pubblicità politica su Internet se da una parte rappresenta un efficace strumento di informazione, dall’altra può costituire un pericolo per la stessa democrazia, se utilizzata per influenzare i voti elettorali.

In conclusione, la decisione del CEO di Twitter ha tutta la portata di essere una sentenza storica che cerca di mitigare un utilizzo delle piattaforme sempre più quantitativo e sempre meno attento alla trasparenza contenutistica. Si tratta di un primo passo ma anche di un cambio di metodo nella definizione stessa della funzione aggregativa e partecipativa dei social media.

E voi cosa ne pensate?