Proposte analogiche per problemi digitali.


di Stefano Ricci

Vogliamo risolvere il problema delle fake news e dell’hate speech. Su questo siamo tutti d’accordo. Quello che ancora non abbiamo chiaro, però, è come farlo davvero.

In questi giorni si è sollevato un gran polverone attorno alla proposta di legge del deputato di Italia Viva, Luigi Marattin, che prevede l’obbligo di usare la carta d’identità per iscriversi ai Social network. I sostenitori della proposta ritengono, infatti, che conoscere l’identità di chi diffonde falsità ed odio ne faciliti la denuncia e possa funzionare da deterrente naturale. Nel contempo c’è chi, di contro, ricorda che ad oggi è già possibile individuare gli IP dei dispositivi, risalendo così alla persona fisica, ma che questo non ha impedito proliferare di fake news e di un linguaggio spesso ostile. Inoltre, sottoponendo gli utenti ad un controllo eccessivo, si metterebbe a rischio la libertà individuale e, più in generale, il diritto all’anonimato in rete diritto sancito dall’ONU. Si tratta di soluzioni legittime che, di fatto, non propongono nessuna soluzione organica al problema.

Se da un lato va preservata la libertà di espressione, dall’altro dobbiamo ammettere che il mondo digitale sconta ancora troppe lacune normative e rischia di trasformarsi in un vero e proprio far west. Ben vengano dunque le leggi, necessarie tanto per gli ambienti virtuali quanto per quelli fisici. Che tutelino i diritti e stabiliscano i doveri, promuovendo nel contempo una cultura digitale che renda chiari i motivi e che non sia vissuta come mera imposizione. Se andiamo ad uno sportello delle Poste per ritirare un pacco ci chiedono un documento ed è giusto che ce lo chiedano anche per le procedure online. Se giriamo per strada non siamo tenuti a mostrare i nostri documenti a chiunque, e allo stesso modo non dobbiamo farlo per forza online. Se scriviamo notizie sulla stampa, deve essere garantito un responsabile, l’autore o quanto meno l’editore. Per informare in rete servono le stesse garanzie, a tutela della fonte emittente quanto della fonte ricevente. In sintesi – ed è la domanda che questo testo pone al proprio pubblico, per alimentare un dibattito non più rinviabile – perché non attingere da quanto di buono abbiamo fatto nel mondo analogico e riattualizzarlo in quello digitale?

 

Per ulteriori approfondimenti:
La proposta del deputato Luigi Marattin
Il commento di Riccardo Luna su Repubblica
La replica a Riccardo Luna del deputato Luigi Marattin